Pappardelle al ragù di cinghiale, la ricetta rustica che conquista
Pappardelle al ragù di cinghiale : la tradizione incontra il benessere
Le pappardelle al ragu di cinghiale con farina di kamut sono un perfetto esempio di come la cucina tradizionale possa essere reinterpretata in chiave più leggera e attenta alla salute, senza rinunciare al gusto. In questo piatto rustico, la pasta all’uovo viene preparata con farina di kamut, un grano antico noto per la sua maggiore digeribilità e il contenuto più elevato di proteine, sali minerali e vitamine rispetto al grano tenero moderno.
La scelta di abbinare questo tipo di pasta a un sugo di cinghiale nasce dal desiderio di bilanciare intensità e delicatezza. La carne di cinghiale, pur essendo molto saporita, ha una composizione più magra rispetto a quella suina e si presta a preparazioni lente, aromatiche e confortevoli. È ricca di ferro e proteine, ed è perfetta per chi cerca un’alternativa alla carne rossa più comune.
La farina di kamut, o grano Khorasan, contiene glutine e non è adatta ai celiaci, ma può essere ben tollerata da chi presenta lievi sensibilità digestive. Il suo sapore leggermente dolce e nocciolato si sposa alla perfezione con sughi ricchi come quello al cinghiale.
Un piatto come le pappardelle al cinghiale con farina di kamut può essere l’occasione per scoprire nuovi equilibri in cucina: rustico ma elegante, deciso ma digeribile. Un ottimo modo per valorizzare le eccellenze del territorio e gli ingredienti alternativi, senza mai perdere il contatto con la stagionalità e con le radici del gusto italiano.
Ricetta pappardelle al cinghiale
Preparazione pappardelle al cinghiale
- Sulla spianatoia formate con la fontana di farina e al centro rompete le uova e cominciate a impastare con le mani finche non sarà un impasto bello morbido ed elastico.
- Formate una palla e avvolgetela in un canovaccio pulito o della pellicola da cucina e mettetela in frigorifero a riposare per almeno 30 minuti.
- Trascorso il tempo di riposo spezzare l’impasto in panetti e aiutandovi col mattarello stendete la pasta fino ad ottenere una sfoglia molto sottile.
- Per comodità io uso la macchina per fare la pasta, ma sia che usate il mattarello che la macchina la raccomandazione è quella di tenere la spianatoia ben infarinata per evitare che la pasta si attacchi ovunque.
- Tirare le strisce di pasta facendole passare più volte nella macchina ed avvicinando sempre di più i rulli fino ad ottenere lo spessore desiderato.
- Stendere le pappardelle su un piano infarinato e lasciate asciugare per circa due ore.
- Pelate e tagliate a dadini la cipolla, la carota e il sedano. In un tegame di terracotta scaldate l’olio e unite le verdure lasciandole appassire per circa 10 minuti.
- Tagliate la carne a dadini e aggiungeteli alle verdure, mescolate e lasciate insaporire a fuoco vivace per circa 10 minuti, poi alzate la fiamma, versate il vino e lasciatelo sfumare.
- Unite la polpa di pomodoro e dopo qualche minuto aggiungete il brodo e lasciate cuocere il ragù a fiamma bassa per almeno 3 ore.
- Lessate le pappardelle in abbondante acqua bollente salata, scolatele al dente, trasferitele in una zuppiera, conditele con il ragù e servite immediatamente.
Per le pappardelle:
- 500 gr. di farina di kamut
- 5 uova
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Per il ragù:
- 500 gr. di polpa di cinghiale
- 400 gr. di passata di pomodoro
- 1 cipolla
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 1 dl di vino rosso
- 1 dl di brodo di carne
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- un pizzico di sale e di pepe.
Pappardelle al ragù di cinghiale, un primo piatto tradizionale
Non sono mai stata un’amante convinta della carne di cinghiale, eppure quando degli amici toscani me ne hanno portata in dono, ho deciso di sperimentare. È nato così il mio piatto di pappardelle al ragù di cinghiale, una ricetta rustica che profuma di bosco e tradizione, arricchita però da un tocco personale. Ho scelto la farina di kamut per la pasta fresca, così da unire la tipicità del ragù alla particolarità di un cereale antico. Ne è uscito un piatto speciale, che oggi voglio condividere con voi.
La ricetta non è complicata, soprattutto se si dispone di una macchina per la pasta. Quanto al ragù, segue le stesse basi di quello classico: soffritto di cipolla, carota e sedano, carne ben rosolata, vino per sfumare e polpa di pomodoro per una lunga cottura a fiamma dolce. Il tempo diventa un ingrediente prezioso, capace di rendere la carne tenera e ricca di sapore.
Cosa sapere sulla carne di cinghiale
La carne di cinghiale è meno diffusa rispetto a quella di bovino o suino, ma ha un ruolo fondamentale in alcune cucine regionali. Somiglia al maiale, ma se ne distingue per un gusto deciso, che richiama il selvatico. Per attenuarne la forza basta marinare la carne con il vino rosso o sfumarla durante la cottura. Il risultato sarà un sapore intenso ma equilibrato.
Dal punto di vista nutrizionale, il cinghiale è una carne magra e proteica, con circa 22 grammi di proteine ogni etto e pochi grassi. È inoltre fonte di vitamine del gruppo B, magnesio e potassio. Un ingrediente che sa unire gusto e valore nutrizionale, perfetto per un ragù ricco ma più leggero rispetto ad altre carni rosse.

Le proprietà e il sapore della farina di kamut
Per le pappardelle al ragù di cinghiale ho scelto la farina di kamut, un cereale antico della famiglia “khorasan”. È conosciuta per il suo gusto leggermente nocciolato e rustico, che regala una nota particolare alla pasta fresca. Dal punto di vista nutrizionale è digeribile, ha un indice glicemico medio-basso ed è ricca di proteine e sali minerali.
È importante ricordare che la farina di kamut non è adatta ai celiaci, poiché contiene glutine. Per l’uso in cucina, non ci sono differenze con le altre farine: va impastata con le uova, fatta riposare e poi tirata per ottenere pappardelle morbide e spesse, da cuocere in pochi minuti.
Diete e intolleranze: pappardelle al ragù di cinghiale
Le pappardelle al ragù di cinghiale sono un piatto tradizionale che si può adattare anche a chi segue regimi alimentari particolari. È importante valutare bene la scelta della pasta e dei condimenti, così da rendere la ricetta accessibile a tutti senza perdere in gusto.
Per chi deve evitare il glutine, la soluzione è semplice: sostituire la pasta fresca con pappardelle di mais, riso o grano saraceno. Oggi in commercio ci sono alternative senza glutine di ottima qualità, capaci di tenere bene la cottura e raccogliere il ragù. In questo modo anche i celiaci o gli intolleranti al glutine possono gustare la ricetta senza problemi.
Chi non tollera il lattosio non ha nulla da temere, perché il ragù di cinghiale non prevede l’uso di latte o formaggi nella preparazione di base. Basta prestare attenzione agli eventuali formaggi aggiunti per la mantecatura o per guarnire il piatto. In questi casi è sufficiente scegliere prodotti delattosati o optare per pecorini stagionati naturalmente privi di lattosio.
Un discorso a parte riguarda chi è sensibile al nichel. Alcuni ingredienti come il pomodoro possono risultare problematici. In questi casi si può ridurre la quantità di salsa e puntare su una versione in bianco del ragù, magari profumata con erbe fresche e vino. In questo modo la ricetta resta saporita e più leggera. L’attenzione agli ingredienti permette davvero a tutti di gustare le pappardelle al ragù di cinghiale con serenità.
Gli ingredienti che rendono speciale il ragù di cinghiale
Il ragù di cinghiale ricorda molto quello classico di bovino e suino, come si vede anche nei ragù tradizionali della nostra cucina. Immancabili cipolla, carota e sedano, che regalano sapore e aiutano la carne a cuocere al meglio. Fondamentale è il vino rosso, che elimina il retrogusto più selvatico e arricchisce l’aroma. Infine, l’olio extravergine di oliva, che può essere dosato con moderazione se si utilizza un tegame in terracotta, ideale per cotture lunghe e dolci.
Questo piatto riporta subito alle tavole di montagna, alle baite e agli agriturismi, dove la carne di cinghiale è di casa. Per valorizzarlo, l’abbinamento con il vino è quasi obbligato: serve un rosso strutturato, tannico e profondo. Un Nobile di Montepulciano è perfetto, ma anche un Brunello o un Nero d’Avola sanno esaltare il piatto.
Ricette creative per riutilizzare il ragù di cinghiale avanzato
Il ragù di cinghiale è così ricco di sapore che, anche quando ne avanza, non va mai sprecato. Anzi, gli avanzi diventano l’occasione per preparare nuove ricette, trasformando un condimento importante in piatti creativi e originali. È un modo semplice per ottimizzare il tempo passato in cucina e portare a tavola soluzioni sempre diverse, senza rinunciare al gusto.
Lasagne al ragù di cinghiale. Con qualche strato di pasta fresca, besciamella cremosa e parmigiano grattugiato, gli avanzi si trasformano in una teglia da forno ricca e appagante. Perfette per i pranzi della domenica o per una cena conviviale, le lasagne al cinghiale sono un classico intramontabile.
Fagottini ripieni. Basta un rotolo di pasta sfoglia o della pasta fresca per ravioli per ottenere piccoli scrigni dorati dal cuore saporito. Si cuociono in forno o si servono come antipasto con una salsa leggera: una soluzione veloce ma d’effetto per stupire gli ospiti.
Torta rustica. Con il ragù di cinghiale puoi farcire un guscio di pasta brisée e arricchirlo con formaggio e verdure di stagione. Il risultato è un piatto unico completo, ideale anche per buffet o picnic. Un’alternativa pratica che si conserva bene e si gusta anche il giorno dopo.
Polpette di cinghiale. Un’idea sfiziosa per riciclare il ragù è trasformarlo in polpette. Ti basta mescolarlo con pane raffermo, uova e formaggio per ottenere piccole bontà da cuocere in forno o in padella. Perfette come secondo piatto o finger food, piacciono a grandi e bambini.
Risotto al ragù di cinghiale. Un’opzione diversa e raffinata è usare il ragù come base per mantecare un risotto. Basta aggiungerlo poco a poco durante la cottura del riso e completare con parmigiano: otterrai un primo elegante e ricco di personalità, ideale per una cena speciale.
Queste ricette dimostrano che il ragù di cinghiale non è solo il condimento ideale per le pappardelle, ma anche un ingrediente versatile da reinventare in mille modi. Con un po’ di fantasia, ogni avanzo si trasforma in un nuovo piatto che porta a tavola calore, tradizione e convivialità.
Faq sulle pappardelle al ragù di cinghiale
Come togliere il sapore di selvatico al cinghiale?
Il cinghiale dovrebbe essere marinato nel vino prima di preparare qualsiasi ricetta. In aggiunta, se il procedimento lo consente, può essere sfumato con il vino rosso a lungo. E’ proprio questo che suggerisce la ricetta delle pappardelle al ragù di cinghiale.
Chi ha il colesterolo alto può mangiare la carne di cinghiale?
Ad oggi non si registrano controindicazioni specifiche al consumo della carne di cinghiale. Tuttavia, chi soffre di colesterolemia alta dovrebbe limitare il consumo di carne rossa e “nera”, e quindi anche di cinghiale.
Cosa abbinare con il ragù di cinghiale?
La carne di cinghiale propone un sapore corposo e intenso, dunque va accompagnata con un vino rosso molto strutturato e discretamente ricco di tannini.
Ricette primi piatti di pasta ne abbiamo? Certo che si!
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