
Il cardoncello, il fungo versatile per eccellenza

Ricetta Cardoncelli gratinati, un contorno davvero sfizioso
I cardoncelli gratinati sono uno di quei piatti semplici, veloci e ricchi di sapore che mettono d’accordo tutti. Ideali come contorno, ma ottimi anche come antipasto, uniscono la delicatezza dei funghi alla croccantezza della gratinatura. Il cardoncello è un fungo gustoso, dalla consistenza carnosa e soda, che mantiene la sua forma anche in cottura. È facile da reperire, sia fresco che coltivato, e rappresenta un’ottima scelta per chi vuole portare in tavola un piatto sano e sfizioso.
La preparazione dei cardoncelli gratinati è davvero semplice. Dopo averli puliti con cura per eliminare ogni residuo di terra, si tagliano a metà e si adagiano su una teglia unta d’olio. A parte si prepara una panatura con mollica di pane, aglio tritato, erbe aromatiche, sale e pepe. Il composto viene distribuito generosamente sui funghi, che poi si cuociono in forno caldo per circa 15-20 minuti a 200°C, finché non risultano dorati.
L’aggiunta di erbe aromatiche fresche, come prezzemolo, timo o maggiorana, rende questo piatto profumatissimo. Puoi anche personalizzare la panatura con un pizzico di paprika, scorza di limone o parmigiano grattugiato per un tocco più goloso. I cardoncelli gratinati sono ottimi anche tiepidi o a temperatura ambiente, e si abbinano bene a piatti di carne bianca o a un’insalata fresca.
Dal punto di vista nutrizionale, i cardoncelli sono leggeri e ricchi di fibre, vitamine e minerali. Sono ideali per chi segue un’alimentazione bilanciata o vegetariana. La cottura in forno, senza grassi aggiunti, li rende ancora più salutari. È un piatto che coniuga gusto, semplicità e benessere, perfetto per un pranzo leggero o una cena veloce.
Se non li hai mai provati, i cardoncelli gratinati potrebbero diventare una delle tue ricette fisse. Facili da preparare, belli da vedere e incredibilmente buoni, sono l’esempio perfetto di come, con pochi ingredienti ben scelti, si possa portare in tavola qualcosa di speciale.
Ricetta fungo cardoncello
Preparazione fungo cardoncello
Per la preparazione dei cardoncelli gratinati iniziate ripulendo la parte finale dei funghi in modo da privarli dei residui di terra, per farlo utilizzate un coltello. Poi passate i funghi con uno spazzolino per pulirli ulteriormente. Infine, passateli sotto l’acqua e fateli asciugare per pochi minuti su uno straccio pulito. Intanto, preriscaldate il forno a 200 gradi.
Ora tagliate i gambi dei funghi a rondelle, ma lasciate integri i cappelli. Con una mezzaluna realizzate un fine trito di erbe aromatiche e di aglio. Poi, tritate per bene anche la mollica. In una ciotola versate le erbe aromatiche, l’aglio, la mollica ed aggiungete un po’ di sale e un po’ di pepe. Infine, amalgamate per bene dando una bella mescolata. Ora stendete i funghi in una teglia e cospargeteli con il composto appena preparato. Condite con l’olio d’oliva e cuocete al forno per circa 20 minuti, fino a quando non saranno ben dorati.
Ingredienti fungo cardoncello
- 800 gr. di funghi cardoncelli
- q. b. di mollica di pane consentita
- q. b. di erbe aromatiche a piacere (timo
- maggiorana
- etc)
- 1 spicchio di aglio
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- q. b. di sale e pepe.
Cardoncello, il fungo che racconta la cucina del Sud
Oggi parliamo del cardoncello, uno dei funghi più apprezzati della nostra tradizione. Cresce spontaneo tra Puglia, Molise, Basilicata e Calabria e, nel tempo, è diventato protagonista assoluto della cucina contadina del Sud Italia. Il suo aspetto è inconfondibile: gambo lungo e robusto, cappello largo e ondulato, con colori che vanno dal beige al marrone scuro. Più il fungo è esposto al sole, più chiaro tende a diventare. In cucina è versatile e saporito, ideale per chi ama i piatti semplici ma ricchi di personalità.
Il cardoncello è conosciuto anche con altri nomi: Cardarello, Ferlengo o fungo di Ferula. E’ stato inserito tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della regione Puglia. La sua consistenza soda e carnosa gli ha fatto guadagnare il soprannome di “carne dei poveri”, perché sazia e arricchisce i piatti anche senza l’uso di carne vera e propria.
La sua polpa ha un odore aromatico che ricorda la pasta lievitata, e il sapore è dolce ma deciso. A differenza di altri funghi, il cardoncello ha un buon apporto nutrizionale: contiene circa il 4-5% di proteine e diversi aminoacidi essenziali. È quindi un alleato perfetto per chi segue una dieta bilanciata, ma anche per vegetariani e sportivi. Apporta solo 28 kcal ogni 100 grammi: è leggerissimo, ma soddisfa a lungo.
Oltre alle proteine, questo fungo è ricco di vitamine, in particolare del gruppo B, e di sali minerali. La sua composizione lo rende utile anche a livello digestivo e depurativo. È facile da cucinare: basta una cottura veloce in padella, oppure si può cuocere al forno, alla griglia o usarlo per arricchire risotti e zuppe. Sta bene anche crudo, affettato sottilissimo in carpacci vegetali.
La stagionalità del cardoncello è piuttosto ampia. Fruttifica dalla primavera fino all’autunno, crescendo su piante in decomposizione come il cardo selvatico. In alcune zone della Puglia lo si trova persino in inverno. Se ti capita di vederlo fresco al mercato, non lasciartelo scappare: è un ingrediente che dà valore ai piatti senza appesantire, e porta in tavola il profumo della nostra terra.
Funghi cardoncelli della Puglia: dalla Murgia al piatto
I funghi cardoncelli rappresentano una delle eccellenze gastronomiche del Sud Italia, in particolare della Puglia. Il loro nome scientifico è Pleurotus eryngii, una varietà dalla consistenza carnosa e soda, nota per il gusto delicato e per l’alto valore nutrizionale. Quando si parla di “funghi cardoncelli della Puglia”, ci si riferisce spesso al Pleurotus eryngii della Murgia, un territorio dove il fungo cresce spontaneamente ma viene anche coltivato con attenzione artigianale.
Alla base della coltivazione c’è il micelio, ovvero la parte sotterranea del fungo da cui nasce il corpo fruttifero. Le “cacciate con micelio pleurotus” sono le spinte produttive che permettono di ottenere più raccolti da uno stesso substrato, spesso chiamato pane di fungo. Questi “pezzi di pane di fungo” vengono usati per ottenere più cicli di produzione, con intervalli di riposo e umidificazione.
Il cardoncello pleurotus eryngii viene venduto in tutta Italia anche attraverso rivenditori o coltivatori di terze parti, che gestiscono la distribuzione dei cardoncelli freschi. Il successo di questa varietà è dovuto non solo al gusto, ma anche alla versatilità: può essere grigliata, cotta al forno, fritta o aggiunta a risotti, zuppe, sughi. È una delle poche varietà che mantiene la consistenza anche dopo la cottura.
Dal punto di vista botanico, i funghi Pleurotus eryngii si distinguono dai più comuni Pleurotus ostreatus per la forma più compatta, il gambo più spesso e il cappello tondeggiante. Sono meno acquosi e hanno una struttura più adatta alla preparazione gastronomica. In Puglia sono considerati un tesoro, spesso protagonisti di sagre e feste contadine.
Se ti appassiona il mondo dei funghi, potresti anche scegliere di coltivarli in casa con un “pane di fungo”. Si tratta di blocchi già inoculati con micelio, pronti per produrre funghi Pleurotus eryngii in modo naturale. Basta seguire le indicazioni, nebulizzare l’acqua e aspettare le prime cacciate. E se vuoi modificare le tue preferenze alimentari per una dieta più sana e vegetale, questo fungo può diventare un valido sostituto della carne.
Come pulire i funghi cardoncelli
Sapere come pulire i funghi cardoncelli è il primo passo per valorizzare una delle varietà più gustose e versatili. Questi funghi, dalla forma allungata e carnosa, sono molto apprezzati per il loro sapore delicato e la consistenza soda, perfetta per grigliare, stufare o saltare in padella. Prima di cucinarli, però, è importante trattarli con delicatezza per conservarne tutta la qualità.
I cardoncelli non vanno mai immersi in acqua. Come tutti i funghi freschi, tendono ad assorbirla come spugne e perdere sapore e consistenza. Il metodo corretto è pulirli a secco. Con un coltellino affilato si eliminano le parti terrose sul gambo, raschiandole leggermente. Se il fondo è troppo duro, lo si può tagliare via. Poi, con un panno umido o carta da cucina, si passa delicatamente tutto il fungo per eliminare eventuali residui di terra.
Il cappello del fungo cardoncello è spesso pulitissimo, ma se serve si può sfregare con uno spazzolino da funghi o con un pennello morbido da cucina. È meglio non rimuovere la pellicina superficiale, a meno che non sia troppo coriacea o macchiata. In generale, questi funghi sono tra i più semplici da preparare: hanno pochissimo scarto e una buona resa in cottura.
Una volta puliti, i cardoncelli vanno conservati in frigorifero, avvolti in carta assorbente e messi in un sacchetto di carta. Non usare plastica o contenitori ermetici: l’umidità interna potrebbe farli deteriorare rapidamente. L’ideale è consumarli entro 48 ore, ma se ben tenuti possono durare anche tre giorni. Non tagliarli prima del tempo: interi si mantengono meglio.
Ora che sai come pulire i funghi cardoncelli, puoi usarli in tantissime ricette: al forno con pangrattato, trifolati con prezzemolo, nei risotti o come contorno vegetariano. La loro consistenza carnosa li rende perfetti anche per grigliare o saltare in padella con un filo d’olio. Sani, leggeri e ricchi di sapore, sono l’ingrediente ideale per una cucina naturale e gustosa.
Come si cucina il fungo cardoncello?
Il cardoncello è uno dei funghi migliori dal punto di vista gastronomico. Infatti non solo è delizioso, e adatto a tutti i palati, ma anche piuttosto versatile. Può essere consumato “da solo” come ingrediente principale, a tal proposito viene in genere valorizzato con la trifolatura, la gratinatura e la frittura. Il cardoncello, però, è ottimo anche come ingrediente di altre ricette. Infatti, poiché tende ad assorbire i liquidi, può essere impiegato per realizzare deliziosi risotti o anche per preparare sughi per condirci la pasta.
Il cardoncello è ottimo anche al forno, magari insieme alla patate, all’agnello e alla salsiccia. Se pulito per bene, può essere consumato persino crudo in insalata. Il cardoncello, infatti, si caratterizza per l’elevata commestibilità. Va detto, però, che si tratta di un fungo molto delicato, che deperisce rapidamente, il consiglio è quindi quello di consumarlo subito dopo la raccolta o l’acquisto. Può essere conservato anche in frigorifero, ma per un tempo limitato e a temperatura non troppo bassa. Da evitare la copertura con pellicola, in quanto se non è ben “arieggiato” tende a formare delle muffe.
Tutta la bontà dei funghi cardoncelli
I cardoncelli gratinati sono tra i funghi più reperibili in assoluto, almeno in Italia. Fanno parte da sempre della tradizione gastronomica italiana, in particolare di quella popolare. Anzi, erano noti come “la carne dei poveri” proprio in virtù della facilità di raccolta, della consistenza corposa e dei valori nutrizionali tutt’altro che trascurabili. Riconoscere i cardoncelli non è complicato il cappello è bianco-nocciola, raramente marrone, inoltre è molto vistoso ed ha una forma irregolare. Il gambo è molto carnoso e sodo, mediamente lungo e un po’ più stretto alla base. La carne è bianca, e mantiene questa tonalità anche dopo la cottura.
I cardoncelli non sono solo buoni, ma anche potenti dal punto di vista nutrizionale. Il riferimento è alle proteine, scarse nella maggiormente dei funghi, ma abbondantissime in questo caso. Sono anche ipocalorici, dal momento che un etto di cardoncelli (ben puliti) apporta solo 28 kcal. Sono anche ricchi di fibre, sali minerali e vitamine, oltre ad avere ottime quantità di potassio, fosforo, selenio, vitamina C e vitamina E. I cardoncelli sono ricchi di antiossidanti, che contrastano i radicali liberi e in più giovano all’apparato cardiovascolare.
Quali erbe aromatiche utilizzare?
Un ruolo importante nei cardoncelli gratinati è giocato anche dalle erbe aromatiche, che vengono tritate e mescolate all’aglio e alla mollica per formare un composto, che viene, poi, destinato alla gratinatura. Nello specifico, vanno impiegati il timo e la maggiorana. Il timo è un potente antibatterico, ma esercita anche altre importanti funzioni come quella antispasmodica e vermifuga. In passato il timo veniva impiegato per curare disturbi alle vie respiratorie, come l’asma. Tuttavia, è utile anche per prevenire o alleviare i sintomi di certe infezioni, come quelle alle vie urinarie. Il timo viene preparato sotto forma di tisana, ma conserva ancora la sua funzione originale, ossia come spezia da condimento.
Discorso simile per la maggiorana, che è anche una delle spezie più amate in assoluto. Il sapore ricorda quello del prezzemolo, ma rispetto a quest’ultimo si mostra più aromatica e profumata. Oltre a essere uno spasmodico, la maggiorana è anche un buon espettorante. Esercita anche una funzione blandamente sedativa, sebbene raramente sia preparata sotto forma di tisana. Importante è la sua proprietà antinfiammatoria, soprattutto in caso di dolori muscolari. Ottimo, infine, il carico di vitamine, e in particolare di vitamina C, a cui si aggiungono alcuni sali minerali e i tannini, degli eccellenti antiossidanti.
Come riconoscere un buon olio extravergine di oliva?
Nella ricetta dei cardoncelli gratinati l’olio extravergine di oliva ricopre un ruolo di primo piano. Non è solo un elemento di supporto, che favorisce la cottura, ma è anche un ingrediente vero e proprio che impatta sul risultato finale. Proprio per questo è opportuno utilizzare un olio di assoluta qualità, che sappia conferire alla ricetta una marcia in più e garantire a chi la consuma una esperienza gustativa di primo ordine.
Come riconoscere un buon extravergine di oliva? Occorre prendere in considerazione tre criteri: aspetto, profumo e sapore. L’olio deve essere limpido e proporre una coloritura quasi brillante. Il profumo deve essere intenso e ricordare le olive, a prescindere dal tipo di olio, che può essere pungente o meno. Stesso discorso per il sapore, che deve essere gradevole al primo assaggio. Ovviamente per quanto buono possa essere, non abbondate con le quantità di olio, bastano quattro cucchiai per circa 800 grammi di funghi.
Ricette con funghi ne abbiamo? Certo che si!
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