Intolleranza al lattosio nel neonato o nei bambini, cosa fare?
L’intolleranza al lattosio è un malessere sempre più diffuso che limita in maniera sensibile la nostra dieta, immaginatevi viverla in un neonato come capito’ a me più di 30 anni fa quando nacque la mia Roberta. Provarono ogni tipo di latte ma non si trovo’ nessun tipo che andava bene, I primi 4 mesi furono un inferno un po’ perchè non capivano cosa avesse e un po’ perchè non sapevano come alimentarla. Andavamo in Svizzera per comprare quello che adesso è la normalità: fiocchi di banana, carote liofilizzate, latte di avena etc
Tante le privazioni, tante le preoccupazioni per quello che mangiamo, immaginiamo quale possa essere lo stato d’animo di tutte quelle mamme che vedono tali disturbi colpire i propri bambini, soggetti più fragili, più vulnerabili. La situazione sembra assumere una vera e propria connotazione di gravità quando il bambino, specie se più piccolo, non manifesta espressamente gli effetti correlati alla intolleranza, o, peggio ancora, quando questi ultimi sembrano imputabili ad altri disturbi.
Neonati: quando la causa del malessere è rappresentata dall’intolleranza
Quando l’intolleranza al lattosio va a colpire i neonati i problemi che ne derivano non sono assolutamente da sottovalutare. Tanti sono i motivi che concorrono a trascurare la possibile insorgenza di tale patologia in capo ai neonati, primo fra tutti la presenza di sintomi del tutto analoghi a quelli che accomunano le più comuni patologie quali colichette, cattiva digestione, che, come accade sin dalla notte dei tempi, sfociano in pianti più o meno intensi.
Per molte mamme l’intolleranza al lattosio nei neonati rappresenta una vera e propria minaccia, proprio perché non è facile individuarla.
I disturbi, infatti, sono quelli più diffusi tra i piccoli: mal di pancia, flatulenza e, molto spesso, diarrea.
Solitamente i sintomi dell’intolleranza sono molto più virulenti rispetto ai più comuni disturbi, ma il bilancio non è sempre facile da effettuare. Non tutte le mamme sanno che esiste, i tutti questi casi, un esame di laboratorio semplice e rapido in grado di analizzare il respiro alla ricerca di molecole che indichino, di volta in volta, la difficoltà digestiva.
Intolleranza al lattosio nel neonato, in questo caso cosa fare?
Se l’intolleranza al lattosio si presenta nei neonati allattati con formule artificiali sarà assolutamente necessario ricorrere all’uso di formule elementari, o a base di soia, avena, carote nonché a idrolisati proteici spinti.
Si tratta di prodotti facili da reperire ormai ovunque, dai supermercati alle farmacie, in grado di garantire una crescita ottimale del neonato. Il problema sembra rivelarsi più notevole, allorquando i sintomi dell’intolleranza intervengano durante l’allattamento al seno: può sembrare assurdo, perché non esiste al mondo alimento più naturale, è vero, ma questo non esclude che il neonato possa manifestare disturbi, anche gravi, dopo l’allattamento.
In questo caso alla mamma non le resterà che eliminare il latte materno completamente dalla dieta del piccolo e optare per latte artificiale privo di lattosio. Anche in questo caso il mercato è molto generoso ed offre innumerevoli prodotti ad hoc.
Per tutte le mamme coinvolte in questo problema la regola numero uno è la prevenzione.
Ma la seconda, nell’ordine, resta quella di mantenere la calma. Ecco, infatti, una buona notizia: nei neonati l’intolleranza al lattosio nella stragrande maggioranza dei casi è passeggera.
Non resta dunque che portare un po’ di pazienza.
Allergie e intolleranze nel neonato. È arrivato il momento di fare il grande passo? Sono passati i primi sei mesi di vita e il vostro bambino vi ha già lanciato dei segnali inequivocabili che è l’ora di dargli qualcosina di più sostanzioso del latte.
Lo svezzamento è una tappa importante per lo sviluppo psico-fisico di un bambino che genera eccitazione e un pizzico d’ansia nei genitori, per questo è importante partire ben informati, ecco perché vi voglio parlare delle intolleranze e allergie alimentari nel neonato, uno degli aspetti che più preoccupano mamme e papà.
Allergie e intolleranze nel neonato
Gli alimenti che di solito creano problemi nel neonato durante lo svezzamento, sono 8:
- Latte
- Uova
- Arachidi
- Frutta secca
- Pesce
- Molluschi
- Soia
- Grano
Per quanto riguarda la celiachia, può comparire già durante lo svezzamento; non per questo però bisogna posticipare, secondo le linee guide sullo svezzamento divulgate dall’OMS, l’introduzione di pane e pastine. Piuttosto, bisogna stare molto attenti ai sintomi. Stesso discorso vale per gli altri alimenti a rischio, a meno che non ci siano casi di allergia in famiglia, non ci sono prove scientifiche che suggeriscano di aspettare l’anno di età per diminuire le probabilità di sviluppo delle allergie nel bambino.
Tuttavia, ogni caso è particolare e ogni medico ha la sua opinione in proposito, sempre meglio chiedere consiglio al proprio pediatra.
Allergie e intolleranze alimentari, attenzione ai sintomi
I sintomi in caso di allergie alimentari di solito compaiono nel giro di pochi minuti fino a un paio d’ore dopo l’assunzione del cibo. Tenete sempre sotto osservazione il bambino dopo aver introdotto un nuovo alimento e osservate se lamenta:
- Vomito e / o diarrea
- Orticaria
- Tosse o affanno
- Arrossamento della pelle o eruzioni cutanee
- Gonfiore di faccia, lingua o labbra
- Respirazione difficoltosa
- Perdita di conoscenza
- Shock anafilattico (nel caso di allergia, è molto raro)
Anche l’allergia al latte può presentarsi molto presto nel bambino, nella maggior parte dei casi nei primi tre mesi di vita. Sono principalmente i neonati allattati artificialmente a essere colpiti ma c’è una piccolissima percentuale anche tra i bambini allattati al seno. L’intolleranza al lattosio, invece, compare dopo il primo anno del bambino.
Infine, ricordate che il modo migliore per affrontare lo svezzamento è di introdurre i cibi in modo graduale, uno per volta, e attendere dai tre ai cinque giorni prima di aggiungerne un altro e senza eliminare gli altri già introdotti con successo. In caso contrario, si può avere difficoltà a connettere un’allergia a uno specifico nuovo alimento.
Intolleranza al lattosio e bambini. Attenzione
L’intolleranza al lattosio può comparire a qualunque età, anche nei bambini. Generalmente l’attività della lattasi è massima nel neonato, ma nel 75% della popolazione tende a ridursi progressivamente fra i 2 ed i 12 anni di età. E’ molto raro che la sintomatologia compaia prima dei 3 anni.
Sia nel bambino che nell’adulto, è importante distinguere il tipo di intolleranza al lattosio che si ha di fronte: a seconda delle cause che hanno determinato il deficit di lattasi, potremo avere a che fare con tre tipi di “ipolactasia”, ossia carenza della lattasi.
- Ipolactasia primaria: dovuta cioè alla diminuzione progressiva della lattasi cui vanno incontro molti individui nel corso della vita.
- Ipolactasia secondaria: derivante da danni della mucosa intestinale, dovuti ad infezioni o malattie infiammatorie dell’intestino ( l’enzima lattasi è presente sull’orletto a spazzola dei villi intestinali). Nel caso di enteriti causate da infezioni, soprattutto nei bambini, l’intolleranza al lattosio è solo transitoria, e svanisce quando l’epitelio dell’intestino guarisce.
- Ipolactasia congenita: è presente già al momento della nascita ed è una malattia su base genetica.
In questo ultimo caso, il bambino già dalla nascita non sarà in grado di digerire il latte e presenterà i seguenti sintomi a livello gastrointestinale: dolore alla pancia, meteorismo e diarrea.
Alla presenza di questi sintomi, sarà opportuno sottoporre il bambino ad un semplice “Breath test” (test del respiro), un esame molto semplice e non invasivo che confermerà o meno l’intolleranza, in modo da intraprendere un adeguato piano dietetico.
Come nutrire i bambini intolleranti al lattosio?
A meno che non si tratti di ipolactasia congenita, i bambini solitamente non presentano sintomi di intolleranza al lattosio prima dei 3 anni di età.
Una volta che il deficit di lattasi è stato confermato, bisognerà far intraprendere al bambino una dieta a ridotto contenuto di lattosio. E’ importante ricordare che eliminare il latte dalla dieta di vostro figlio potrebbe causargli i seguenti disturbi: Carenza di calcio,Carenza di vitamina D e di vitamina B2 e Carenza di proteine
Sarà quindi necessario ricorrere ad un prodotto sostitutivo. Ecco alcuni esempi:
- soia
- riso
- avena
- idrolisati proteici spinti
Fortunatamente il mercato oggi offre una grande scelta: sia supermercati che farmacie sono in grado di fornire latti alternativi in grado sostituire completamente il latte materno garantendo una crescita sana.
Ricordatevi sempre una cosa importante: sia nell’adulto che nel bambino la quantità di lattosio tollerata è estremamente “soggettiva”, e andranno quindi ridotti o eliminati per prima cosa i cibi a più alto contenuto di lattosio, come il latte ed i formaggi freschi, per poi valutare con lo specialista le risposte del soggetto intollerante agli altri cibi con più basso contenuto di lattosio.
Considerate anche il fatto che esistono un’infinità di ricette senza lattosio, che vi permetteranno di preparare comunque degli ottimi manicaretti per i vostri figli.
L’ importante è ricordarsi sempre una regola generale, che vale per questa, come per tutti gli altri tipi di patologie: le “diete fai da te” sono sempre dannose, soprattutto quando si tratta di bambini.
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