Spaghetti con radicchio e porro, nutrizione e gusto in un piatto

Le virtù dell’orto negli spaghetti con radicchio e porro
Un piatto di pasta può essere completo ed estremamente nutriente, anche senza il bisogno di utilizzare la carne. Questo è certamente il caso degli spaghetti con radicchio e porro, caratterizzati dal sapore e della fragranza di tanti ingredienti che offrono gusto e nutrimento a volontà. In più, prediligendo la pasta integrale, potrete avere a disposizione molte più sostanze nutritive ed un sapore decisamente unico.
Tuttavia, possiamo dire che l’ingrediente speciale di questo piatto è il radicchio: buono da crudo e coinvolgente da cotto. Ma per conoscere nel dettaglio questi sapori c’è solo una soluzione: provare questa ricetta. Pertanto, ecco tante buone ragioni che vi spingeranno a preparare al più presto gli spaghetti con radicchio e porro e tutte le indicazioni utili di cui avrete bisogno durante la preparazione.
Il radicchio e le sue particolarità
La pianta del radicchio si chiama Chicorium Intybus e fa parte della famiglia delle Composite, alla quale appartengono anche le cicorie. Questo ortaggio veniva già utilizzato in cucina nell’antichità e veniva considerato un cibo “per i poveri”. Poi, i greci e i romani si accorsero che il radicchio vanta di alcune proprietà curative da non sottovalutare, in particolare per quanto riguarda l’insonnia, e così iniziarono a dare una maggiore considerazione a questo alimento.
Analizzando bene questo alimento, sono state scoperte altre proprietà, dovute principalmente al notevole contenuto di acqua, proteine, minerali (potassio, selenio, calcio, fosforo, ferro, zinco, manganese, sodio, magnesio e rame), vitamine (A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K, e J) e importanti aminoacidi (come l’arginina e il triptofano). Tutte queste sostanze regalano a questo alimento delle ottime proprietà digestive, depurative, purificanti, antiossidanti e rilassanti.
Inoltre, è utile considerare che il radicchio è ipocalorico e, secondo alcune ricerche, è un alimento utile ai pazienti colpiti da diabete di tipo 2 (grazie all’inulina che facilita la gestione e la regolarizzazione dei livelli di zucchero nel sangue), fa bene alle ossa e alla vista, ed è utile per chi desidera perdere peso. Cosa possiamo dire invece del porro?
Ecco cosa dovreste sapere sui porri
Il porro è un ortaggio che ricorda l’aglio e somiglia un po’ alla cipolla, ma in realtà offre un gusto molto più delicato rispetto ad essi. Questo alimento è composto in prevalenza d’acqua e in minor quantità da proteine, carboidrati, zuccheri solubili e fibre. Propongono un valido apporto di vitamina A, B1, B2, B3, PP, B5, B6, C, E, K e J, e di minerali come magnesio, potassio, sodio, ferro, fosforo, rame, calcio, selenio, zinco e manganese.
Fin dai tempi antichi, gli egizi e i romani avevano constatato che i porri vantavano di proprietà terapeutiche e benefiche, in particolar modo per quanto riguarda il trattamento del mal di gola e dell’insonnia. Con il passare del tempo è stato confermato che il porro può aiutare anche a perdere peso, a ridurre la formazione di gas intestinali, a digerire meglio e ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo.
In più, è un antibiotico naturale (soprattutto in caso di artrite e reumatismi) e vanta di proprietà diuretiche, disintossicanti, antiossidanti e antisettiche. Infine, è utile sapere che alcuni esperti affermano che il porro sia un alimento molto speciale per le donne in gravidanza: i folati presenti nei porri aiutano ad evitare l’insorgenza di malformazioni nel corpo dei neonati.
Il porro è conosciuto anche fuori dall’Italia
In Inghilterra e in America il porro è considerato per lo più una verdura, mentre nei paesi europei e specialmente in Francia viene adoperato anche come aroma.
Probabilmente il porro coltivato deriva da quello selvatico ( Allium ampeloprasum) che cresce dalle coste del Galles meridionale alla Cornovaglia, in tutta Europa e fino in oriente, in Persia. In ogni modo il porro ha una storia tanto antica che è impossibile essere certi della sua origine. Veniva senz’altro coltivato in Egitto ai tempi dei faraoni e più tardi venne usato dai romani che, secondo alcuni, lo introdussero in Inghilterra.
Oggi in quasi tutta Europa si coltivano molte varietà di porro, che è meno popolare in America. I vari tipi vanno dal porro gigante coltivato per esposizione nell’Inghilterra settentrionale, fino alle varietà piccole, tenere e delicatamente profumate che si trovano in Europa. Alcuni hanno una base bulbosa, altri dritta; ce ne sono di sottili e di grossi. ·
Il porro è un’erba bienne, che cresce anche nelle condizioni più sfavorevoli, per quanto preferisca un terreno ricco di fosfati. Alcune varietà sono robustissime; nei libri per la coltivazione degli ortaggi si trovano le istruzioni per coltivarlo secondo le zone.
Quando si comperano i porri non si deve badare alla misura, ma alla grandezza della parte bianca inferiore, che è appunto quella che si adopera, dato che praticamente la parte verde si scarta e si utilizza per un brodo. Un altro fattore importante è la freschezza, poiché il porro vecchio è acre.
Parliamo della pulizia del porro
Si dice che il porro è difficile da pulire, ed è vero, ma basta procedere nel modo seguente: prendere un porro per volta, tagliar via la radice e la parte verde delle foglie e togliere la guaina esterna; fare due tagli ad angolo retto in cima, tagli che siano abbastanza grandi da consentire l’uscita del fango che può essersi introdotto all’interno; poi lavarli sotto acqua corrente aprendo ogni strato delle foglie e strofinando via con le dita l’eventuale fango; è importantissimo tenerli a testa in giù in modo che il fango possa scorrere via. Non bisogna mai bagnare il porro con la base in basso, né limitarsi a immergerlo in una vaschetta d’acqua. Alcuni sostengono che i porri ( con la base in alto) dopo essere stati lavati vanno immersi ancora in acqua pulita, ma se l’operazione sotto l’acqua corrente è stata fatta accuratamente basta metterli in uno scolapasta e dare una sciacquata finale quando si è finito di lavarli uno per uno.
Porro e cipolla sono molto simili
L’aroma del porro è piuttosto simile a quello della cipolla, ma molto più delicato e dolce, però è penetrante e va usato con discernimento.
Spesso le ricette comprendono sia cipolla sia porro, e a volte cipolla, porro e scalogno, e vale la pena di considerare brevemente la differenza aromatica esistente fra i tre elementi. I porri sono importanti soprattutto per profumare le minestre, e trovano vasto impiego in Francia. Fanno parte dei profumi del pot-au-jeu e di una serie di minestre di carne e di verdure. Dominano nel potage bonne femme e anche, naturalmente, nella versione americana di questo piatto, la crème vichyssoise. Ma si adoperano anche nelle zuppe di pesce, nei brodi e nei brodi ristretti per aragoste e pesce, nella bourride con le anguille, e cosi via. Si possono mettere anche nei mazzetti degli odori per cucinare il maiale o l’agnello.
Si fa un grandissimo uso del porro nella cucina dell’Europa orientale. In Romania, un noto antipasto è composto di porro con olive messi in una salsa leggermente agrodolce, con olio e pomodoro. In molti piatti simili a questo il porro viene prima brunito leggermente nel burro ed allora, come la cipolla, il suo aroma muta sensibilmente. E come la cipolla il porro già tagliato prende un sapore rancido se viene esposto all’aria per lungo tempo prima di essere adoperato. I porri giovani e teneri si possono aggiungere crudi nelle insalate, un’usanza questa che risale ai tempi dei romani.
Qualche alternativa agli spaghetti di riso integrale
La ricetta degli spaghetti con radicchio e porro suggerisce l’impiego di spaghetti realizzati con farina di riso integrale. Ciò però non impedisce di pensare a qualche alternativa, magari in grado di replicare il carattere “rustico” e gluten-free. Il primo pensiero è al grano saraceno, che dà vita a una farina molto particolare, che conferisce alla pasta importanti note integrali. La farina di grano saraceno è anche ricca di sali minerali e di fibre, sicché fa anche bene all’organismo senza apportare chissà quante calorie.
Un’altra alternativa utile è la farina di fonio, che propone sapori “antichi” e anche grezzi se vogliamo, ma molto gradevoli al palato. Se invece puntate a sentori rustici e leggermente esotici, potreste rivolgersi alle farine di pseudocereali, come quella di quinoa e di amaranto, che tra le altre cose sono iper-proteiche. Il consiglio è dunque di sperimentare e provare nuovi sapori, trasformando la necessità di optare per farine gluten-free in un’occasione per scoprire nuovi alimenti.
Ed ora la ricetta degli spaghetti con radicchio e porro
Ingredienti per 4 persone
- 350 g di Spaghetti di Riso Integrali Rice&Rice
- 2 cespi di radicchio;
- un porro (la parte verde brillante);
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva;
- q.b. sale e pepe
Preparazione
Tagliate il radicchio a listarelle e il porro a filetti, lasciando questi ingredienti separati. Fate scaldare l’olio in un ampio tegame, versateci il porro e un po’ di sale. Durante la cottura, mescolate e, non appena il porro avrà preso un bel colorito verde brillante, prelevatelo dal tegame e conservatelo tra due piatti.
A questo punto, potrete mettere a lessare gli spaghetti e, nel frattempo, potrete rimettere il tegame sul fuoco e riutilizzare il fondo di cottura del porro per preparare il radicchio. Non appena quest’ultimo inizierà ad appassire, incorporateci gli spaghetti scolati al dente e il porro conservato in precedenza. Fate saltare il tutto per un paio di minuti, spolverizzate con il pepe e servite. Gli spaghetti con radicchio e porro riusciranno certamente a stupirvi.
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