Come si cucina il sanguinaccio lombardo
Ma il sanguinaccio, come si cucina esattamente? Dopo averlo bucherellato per evitare che scoppi in cottura, si lessa per circa 45 minuti. Poi lo si taglia e si passa in padella con un soffritto di cipolla, olio e rosmarino. Si aggiunge la polpa di pomodoro, sale e pepe, e si lascia insaporire. Il risultato è un piatto corposo, sapido, perfetto da servire su un letto di polenta calda. Dal punto di vista nutrizionale, il sanguinaccio maiale è ricco di ferro e antiossidanti, proprio grazie alla presenza del sangue.
Il sanguinaccio cambia forma a seconda della zona: in Liguria si usa con le animelle, in Piemonte con le patate, e nel Sud Italia diventa persino dolce. In Lombardia, invece, è inseparabile dalla polenta, che equilibra la forza del sapore con la sua delicatezza.
Polenta perfetta: più di un semplice contorno
Per accompagnare al meglio questa ricetta, la polenta deve essere preparata con attenzione. Non basta cuocere la farina in acqua: servono dosi precise, cottura lenta e strumenti adatti. L’ideale è usare farina di mais bramata, oppure un mix con farina di grano saraceno per la classica taragna. Il paiolo in rame è perfetto per distribuire il calore in modo uniforme. E attenzione alla proporzione: un litro d’acqua ogni 250 grammi di farina. Versate la farina a pioggia, lentamente, per evitare i grumi.

Il profumo del rosmarino: spezia regina del piatto
E le spezie? In questa preparazione si usa solo il rosmarino, ma è sufficiente per dare al piatto un profumo fresco e penetrante. Il rosmarino è ideale per le carni robuste: valorizza il sapore senza coprirlo. Inoltre ha molte proprietà benefiche: contiene vitamina C, potassio, flavonoidi antiossidanti e aiuta la digestione. La tradizione popolare lo considera anche un rimedio per raffreddore e stress. Un filo di olio profumato al rosmarino sopra la polenta, prima di servire, è il tocco finale.
Una nuova vita per il sanguinaccio: idea gourmet?
Ma il sanguinaccio si può reinventare anche oggi? Certo! Può diventare un antipasto gourmet se servito a fettine croccanti, tipo chips, con polentina morbida e magari una mostarda leggera. Oppure lo si può abbinare a una crema di patate o a una salsa dolce-piccante per un gioco di contrasti. La cucina evolve, ma le radici restano: questo piatto ci insegna a valorizzare ciò che spesso scartiamo e a cucinare con memoria, rispetto e amore per la terra.






















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