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Diagnosi di celiachia in età adulta e negli anziani

celiachia in eta adulta

La diagnosi di celiachia in età adulta può essere un cambiamento non da poco

Ricevere una diagnosi di celiachia in età adulta è un momento che porta inevitabilmente a cambiamenti importanti. Può essere più semplice, per certi versi, rispetto alla diagnosi in adolescenza. Un adulto ha spesso una maturità tale da non sentire la necessità di trasgredire o ribellarsi alla nuova condizione. Tuttavia, un periodo di fragilità emotiva è del tutto normale.

Immaginate di avere 40 anni, una routine alimentare costruita nel tempo e di doverla cambiare improvvisamente. Non è una passeggiata. Bisogna affrontare momenti delicati, soprattutto all’inizio, quando occorre informare familiari, amici e colleghi che per voi “mangiare non è più come prima”. Ci sarà la zia che offrirà la torta fatta in casa, il collega che propone una cena in un ristorante senza menù gluten free, o la trasferta senza aver pianificato dove mangiare. Tutto questo fa parte dell’adattamento, ma col tempo diventa gestibile.

Scoprire la celiachia in età adulta prevede un cambiamento

Le persone che vi circondano devono abituarsi insieme a voi. Vi hanno visto crescere con certe abitudini e ora faticano a capire cosa significhi una dieta senza glutine. Qualcuno dimenticherà questo dettaglio, ma la pazienza è parte del percorso. L’adulto neo diagnosticato non può contare sull’aiuto diretto di un genitore. Deve rimboccarsi le maniche e imparare da solo. Informarsi, distinguere cosa è permesso e cosa no, capire le situazioni a rischio e trovare soluzioni diventa fondamentale.

In casa bisogna spiegare a chi vive con voi quali comportamenti evitare. Anche a tavola, la contaminazione è un rischio reale. Al lavoro, invece, ci si scontra con pranzi e cene fuori. Ecco perché è importante trovare alternative ai locali abituali e, se si viaggia, informarsi prima. Un trucco utile è avere sempre con sé un piccolo “kit d’emergenza sglutinata”: cracker, snack, biscotti o un panino. Non sono i prodotti più salutari, ma possono salvare in situazioni impreviste.

Gli anziani e la celiachia: i sintomi e la difficoltà nella diagnosi

Diagnosi tardiva di celiachia negli anziani

Negli ultimi anni, la celiachia è stata diagnosticata sempre più spesso anche in persone anziane oltre i 65 anni. Le diagnosi tardive sono complesse, non solo per i sintomi ma anche per la difficoltà di accettazione. Dopo una vita intera trascorsa senza pensare a glutine e contaminazioni, il cambiamento può sembrare enorme.

Immaginate una nonna settantenne a cui venga diagnosticata celiaca. Non è semplice spiegarle cosa sia sicuro e cosa no, quali farine scegliere, come riconoscere le diciture sulle confezioni o come gestire i rischi di contaminazione in cucina.

Un cambiamento difficile da accettare

Il problema non è la comprensione, ma l’abitudine. Per settant’anni una persona non ha mai pensato a spighe barrate o prontuari. Ritrovarsi a dover rivedere ogni gesto, dalla spesa al modo di cucinare, significa modificare abitudini radicate da una vita intera. Un cambiamento simile richiede tempo, pazienza e sostegno.

Gli anziani aiutiamoli!

Il ruolo dei familiari

I familiari, figli e nipoti, hanno un ruolo fondamentale. Anche se si trovano per la prima volta a contatto con la celiachia, hanno una mentalità più aperta e sono abituati a cercare informazioni online. Possono creare schede semplici con indicazioni di base e accompagnare l’anziano alla spesa, insegnandogli a leggere le etichette e riconoscere le diciture importanti.

In cucina con pazienza

In cucina è meglio non sostituirsi a lui, ma accompagnarlo. Lasciargli preparare i piatti, facendo notare con delicatezza eventuali errori. Utensili, cottura e superfici devono essere sicuri. Per un giovane imparare è semplice, per un anziano con settant’anni di abitudini alle spalle serve più tempo.

Molti ricordano che “una volta non esistevano tutte queste allergie e intolleranze”. Questa convinzione rende più difficile accettare la diagnosi. Ecco perché è importante spiegare senza giudizio e aiutare con costanza.

Pazienza e sostegno

Non bisogna essere superficiali. Quando eravamo piccoli, i nonni erano accanto a noi. Ora che hanno più bisogno, tocca a noi esserlo per loro. Ogni fascia d’età affronta difficoltà diverse dopo la diagnosi. Bambini e adolescenti imparano in fretta grazie alla loro elasticità. Per un anziano, invece, cambiare abitudini radicate richiede più tempo e sostegno. Con la pazienza e l’aiuto della famiglia, anche gli anziani possono affrontare la celiachia e ritrovare serenità a tavola.

Alla fine, il cambiamento non è immediato, ma non è impossibile. Con comprensione e supporto, si può trasformare una diagnosi tardiva in un nuovo equilibrio di vita.

Basta un po’ di organizzazione e informarsi bene

Una cosa che molti sottovalutano a mio avviso è il senso di organizzazione e pianificazione. Io ho un problema? Si. Devo arrangiarmi per avere una soluzione? Si. Allora perché spesso si leggono sui gruppi Facebook o sui blog dedicati alla celiachia frasi del tipo “ho prenotato per andare in vacanza in Moldavia, partirò domani, voi sapete se sono informati sulla celiachia?”.

Non si può prima agire e poi, soprattutto se si va all’estero dove quindi non conosciamo la gestione dei prodotti senza glutine, informarsi il giorno prima della partenza. Documentiamoci per tempo, non all’ultimo secondo. Non si dice di non viaggiare, ma talvolta la frenesia e l’attenzione dedicata ad aspetti più futili ci fanno perdere di vista la condizione di attuali celiaci. Se per una pausa pranzo ci si può arrangiare con una mela ed un pacchetto di cracker, non possiamo invece passare due settimane di vacanza così.

Una volta compresi questi fondamentali si entrerà in una routine quotidiana dove ci abitueremo alla celiachia e col tempo la vivremo senza problemi, ma con naturalezza. I problemi di salute brutti sono ben altri. Don’t worry be happy!

Anziani e celiachia

Gli anziani e la celiachia: i sintomi e la difficoltà nella diagnosi

Diagnosi tardiva di celiachia negli anziani

Negli ultimi anni, le diagnosi di celiachia non hanno riguardato solo bambini e adulti. Sempre più spesso la malattia viene identificata in persone con più di 65 anni. Le diagnosi tardive, però, risultano più difficili da gestire. Non solo per i sintomi, ma anche per l’accettazione di una nuova condizione dopo decenni di abitudini consolidate.

Provate a immaginare se di colpo a una nonna settantenne venisse diagnosticata celiaca. Come spiegare il problema? Come insegnarle a riconoscere le farine senza glutine e quelle da evitare? E soprattutto, come affrontare i rischi della contaminazione in cucina?

Un cambiamento difficile da accettare

Non è una passeggiata, non certo perché l’anziano non comprenda, ma perché per settant’anni non ha mai pensato a glutine, contaminazioni, spighe barrate o prontuari. Ritrovarsi improvvisamente catapultati nel mondo della celiachia significa rivedere scelte, gesti quotidiani e abitudini radicate da una vita intera. Dal supermercato ai fornelli, tutto va ripensato e imparato daccapo.

Gli anziani aiutiamoli!

Il ruolo dei familiari

In questo percorso, i familiari giocano un ruolo chiave. Figli e nipoti hanno strumenti diversi: più dimestichezza con internet e con la ricerca di informazioni aggiornate. Possono aiutare creando una “tabella guida” con le indicazioni essenziali, sempre a disposizione dell’anziano. Nei primi tempi, accompagnarlo alla spesa è utile per insegnargli a riconoscere i prodotti, le diciture importanti e i marchi di sicurezza.

In cucina con pazienza

Lo stesso discorso vale per la cucina. Non è necessario sostituirsi a lui, ma osservare e correggere con delicatezza. Lasciare che prepari i piatti, facendogli notare con calma eventuali errori. L’attenzione agli utensili, alla cottura e ai rischi di contaminazione è fondamentale. Per un giovane l’apprendimento è rapido, per un anziano richiede più tempo e pazienza.

Molti ricordano che “una volta non esistevano tutte queste allergie e intolleranze”. Questa convinzione può rendere più difficile l’accettazione. È quindi importante spiegare con chiarezza, senza giudizio, e accompagnare il cambiamento passo dopo passo.

Pazienza e sostegno

Non bisogna essere superficiali, ma dare supporto concreto. Quando eravamo piccoli, i nostri nonni erano presenti per noi. Ora tocca a noi esserlo per loro. Ogni età affronta le proprie difficoltà post-diagnosi. Bambini e adolescenti hanno una mente elastica e imparano in fretta. Un anziano, invece, deve modificare abitudini radicate, e questo richiede maggiore pazienza da parte di tutti.

Dopo settant’anni di vita, cambiare il proprio modo di cucinare e alimentarsi non è immediato. Ma con l’aiuto della famiglia, una buona dose di comprensione e il giusto sostegno, anche gli anziani possono affrontare la celiachia e ritrovare serenità nella tavola quotidiana.

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