Koshary egiziano: il piatto entrato nel patrimonio UNESCO
Koshary egiziano: la ciotola di comfort food entrata nel patrimonio UNESCO
Ci sono piatti che non hanno bisogno di “fare scena” per diventare memorabili: il koshary egiziano è uno di quelli. Una ciotola piena, calda, generosa, dove riso basmati, lenticchie nere e pasta si incontrano senza litigare, anzi: si tengono per mano. La salsa di pomodoro lega tutto con dolcezza, il cumino mette un profumo gentile, e le cipolle croccanti fanno quel contrasto che ti fa sorridere al primo cucchiaio.
È un piatto che nasce come street food, ma sa di casa: lo immagini vicino a una scuola, in una via trafficata del Cairo, e poi lo ritrovi tranquillamente sulla tua tavola, perché è un piatto unico che consola e sazia, senza chiedere chissà cosa. E oggi, proprio per questa sua forza quotidiana, il koshary è entrato nella lista del patrimonio culturale immateriale UNESCO: non solo una ricetta, ma un insieme di gesti, abitudini e convivialità che si ripetono ogni giorno.
Nota di cucina: nel koshary ogni parte deve restare “se stessa”. Se riso, lenticchie e pasta sono cotti e conditi separatamente, quando assembli la ciotola ottieni una consistenza più bella, più pulita, e la salsa abbraccia tutto senza impastare.
Qui lo raccontiamo con lo sguardo NonnaPaperina: sapore pieno, gesti semplici, e qualche attenzione per chi cerca un piatto più leggero o vuole una resa sempre perfetta. Le lenticchie nere, per esempio, sono meravigliose quando restano sode e “integre”: se vuoi andare sul sicuro con tempi e consistenza, ti lascio la guida interna su come cucinare le lenticchie.
E se stai cercando una versione più gentile (senza rinunciare a quella magia di cipolle croccanti e pomodoro), si può fare: basta spostare qualche equilibrio, scegliere la pasta giusta, e gestire bene cipolla/aglio quando serve. Per orientarti con serenità, qui trovi anche la guida alla dieta FODMAP, così puoi cucinare con gusto senza trasformare la tavola in una fatica.
Ricetta koshary
Preparazione koshary
- Cuocete il riso in acqua salata, scolatelo e conditelo con un filo d’olio.
- Cuocete le lenticchie in acqua, scolatele quando sono morbide ma intere.
- Lessate la pasta, scolatela e conditela con un filo d’olio.
- Fate appassire 150 g di cipolla con olio extravergine, unite la passata e cuocete finché la salsa si addensa.
- Insaporite con sale, cumino, pepe e peperoncino, poi spegnete.
- Affettate la cipolla restante e friggetela in olio di semi caldo fino a doratura.
- Scolate su carta, salate leggermente e tenete da parte.
- Mescolate aceto e, se lo usate, aglio schiacciato e peperoncino, poi filtrate.
- Assemblate in ciotola: riso, lenticchie e pasta, poi salsa, cipolle croccanti e aceto speziato a piacere.
Ingredienti koshary
- 300 g riso basmati (oppure riso parboiled)
- 200 g lenticchie nere
- 200 g pasta corta (anche senza glutine)
- 600 g passata di pomodoro
- 150 g cipolla dorata
- 300 g cipolla dorat
- 60 g aceto di vino bianco
- 1 spicchio aglio (facoltativo)
- 30 g olio extravergine di oliva
- 400 ml acqua
- 120 g olio di semi (per friggere)
- 6 g sale fino e q.b. pepe nero
- 2 g cumino in polvere
- 1 g peperoncino in polvere (facoltativo).
Ci sono piatti che non hanno bisogno di presentazioni “importanti” per diventare importanti davvero. Il koshary egiziano è così: nasce semplice, si mangia in ciotola, profuma di casa e di strada insieme, eppure riesce a raccontare un Paese intero con tre cose che, da sole, sembrano quasi niente: riso, lenticchie e pasta.
Quando lo assaggiate, vi accorgete subito che non è una somma di ingredienti: è un equilibrio. Il morbido del riso, la consistenza delle lenticchie, la pasta che dà “corpo”, e sopra quella nota irresistibile di cipolle croccanti che fanno venire voglia di un altro cucchiaio ancora prima di finire il primo.
E poi c’è la notizia che gli dà un’aura speciale senza togliergli la sua anima popolare: il koshary è stato inserito dall’UNESCO nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Detto in parole semplici? È uno di quei piatti che, oltre a riempire lo stomaco, riempie la vita quotidiana di gesti, abitudini, memoria e convivialità.
Che cos’è il koshary: un piatto “di tutti”, buono sempre
In Egitto il koshary lo trovate dappertutto: a casa, nelle piccole trattorie, nei chioschi, vicino alle scuole e nelle zone dove la città corre. Ed è proprio questo il punto: non è un piatto da “occasioni”, è il piatto che accompagna le occasioni della vita vera, quando serve qualcosa di sostanzioso, caldo, economico e felice.
La base è un gioco di strati: prima riso, poi lenticchie, poi pasta, e infine la salsa di pomodoro. A completare arrivano le cipolle fritte e, a seconda della mano, un tocco di aceto e piccante: non per coprire, ma per dare quella spinta che rende la ciotola “viva”, con un contrasto che mette d’accordo tutti.
Consiglio della nonna: cuocete riso, lenticchie e pasta separati e conditeli con un filo d’olio. Quando assemblate, restano ben distinti e il piatto viene pieno ma ordinato, senza impasto “colloso”.
Se vi sembra una ricetta “strana” perché unisce pasta e riso, pensatela così: è una ciotola che nasce per saziare e consolare. E quando un piatto fa questo, diventa immediatamente familiare anche a chi lo prova per la prima volta.
Perché è UNESCO: non solo un piatto, ma un gesto quotidiano
Quando diciamo “UNESCO”, spesso pensiamo a monumenti e luoghi. Qui invece si parla di cucina come pratica viva: il koshary è stato riconosciuto come patrimonio culturale immateriale perché rappresenta un insieme di abitudini, saperi e modi di stare insieme che si tramandano e si ripetono ogni giorno.
La scheda UNESCO lo racconta bene: ingredienti accessibili, preparazione che passa di mano in mano, varianti locali, e quel modo tipico di servirlo e condirlo “a gusto” che fa parte dell’esperienza tanto quanto il sapore. È cucina che appartiene alla gente, e proprio per questo diventa cultura.
Da leggere (e da salvare): scheda UNESCO sul koshary qui. E, se vi va di fare il confronto “di casa nostra”, scheda UNESCO sulla cucina italiana qui.
Ecco perché questo tema ci tocca così tanto: anche per la cucina italiana l’UNESCO parla di rituali, domeniche, stagioni, gesti ripetuti e affetto. In pratica, il koshary e la nostra tavola si assomigliano più di quanto sembri: cambiano i sapori, ma l’idea è la stessa—nutrire le persone, non solo “fare da mangiare”.
Versione NonnaPaperina: leggera, senza glutine e più gentile
La cosa bella del koshary egiziano è che si presta benissimo a una versione “da dispensa intelligente”. Se volete farlo senza glutine, vi basta scegliere una pasta gluten free che regga bene la cottura e non si spezzi: il resto degli ingredienti, di base, è già naturalmente adatto.
Se invece cercate un piatto più gentile, potete semplicemente riequilibrare le proporzioni: un po’ più riso e un po’ meno pasta, salsa ben cotta ma non pesante, e una parte croccante che resta “corona” e non diventa una frittura dominante. Il koshary deve rimanere confortante, non stancare.
Idea per pancia sensibile: se seguite i FODMAP, la parte più delicata è cipolla/aglio. Potete usare olio aromatizzato all’aglio (solo l’olio) e ridurre la cipolla fritta, aggiungendo la parte verde del cipollotto saltata velocemente.
E quando lo portate a tavola, fate la cosa più furba: servite condimenti e croccante a parte. Ognuno si costruisce la sua ciotola perfetta, e voi vi godete un piatto “patrimonio dell’umanità” senza stress, proprio come piace a noi.
FAQ sul koshary egiziano
Il koshary è davvero un piatto UNESCO? Sì: è iscritto nella Lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale, insieme alle pratiche e alle abitudini legate a questo piatto quotidiano.
Che cosa c’è dentro il koshary? Di base riso, pasta, lenticchie, pasta, salsa di pomodoro e cipolle croccanti, con aceto e piccante a piacere.
È un piatto vegano? Nella forma più comune sì, perché non richiede ingredienti animali: è la ciotola che cambia in base alle famiglie e alle zone.
Posso farlo senza glutine? Certo: scegliete una pasta gluten free e mantenete separata la cottura dei vari elementi per non farli “impastare”.
Come lo rendo più adatto ai FODMAP? Riducete la cipolla, evitate aglio e cipolla classici e usate olio aromatizzato all’aglio + parte verde del cipollotto; valutate anche porzioni più piccole di lenticchie.
Si può preparare in anticipo? Sì: tenete separati base (riso/lenticchie/pasta), salsa e parte croccante, e assemblate all’ultimo così resta perfetto.
Ricette egiziane ne abbiamo? Certo che si!
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