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Torta monferrina (torta nera) senza lievito e senza farina

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

torta monferrina
Italiana , Ricette per intolleranti
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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4/5 (3 Recensioni)

Torta monferrina o torta nera senza lievito e farina

La torta monferrina, detta anche torta nera, nasce nelle cucine piemontesi come dolce di recupero. Pane raffermo, latte caldo, cacao e amaretti diventano un impasto scuro e profumato che conquista al primo assaggio. Non serve lievito, non serve farina: il pane si scioglie e crea morbidezza unica.

Ogni famiglia ha la sua versione: c’è chi aggiunge mele, chi preferisce pere o uvetta, chi arricchisce con nocciole tostate. Questa torta compatta e umida è un simbolo di casa, capace di evocare ricordi e convivialità. *È il dolce che non si dimentica, perché parla di radici e semplicità.*

La torta monferrina è un dolce senza lievito e senza farina, perfetto per chi ama i sapori autentici. Con pane raffermo, cacao e amaretti porta in tavola il Piemonte in una fetta.

Servita tiepida o il giorno dopo, si gusta da sola o con panna montata, crema o un bicchiere di Moscato. È una torta che unisce generazioni, semplice da fare e sempre gradita. Racchiude memoria e dolcezza, con la forza dei piatti di un tempo.

Prepararla significa dare nuova vita a ingredienti semplici e creare un dolce che profuma di tradizione, pronto ad accogliere anche le esigenze moderne con varianti adatte alle intolleranze.

Ricetta Torta Monferrina

Preparazione Torta Monferrina

  • Tagliate il pane raffermo a pezzi e mettetelo in una ciotola capiente. Copritelo con il latte e lasciatelo ammorbidire per qualche ora.
  • Sbriciolate gli amaretti e aggiungeteli al pane ammorbidito. Unite anche lo zucchero, il cacao, la scorza di limone e un pizzico di sale.
  • Mescolate bene, poi incorporate le uova leggermente sbattute e il liquore. Aggiungete le mele grattugiate, l’uvetta e la frutta secca.
  • Lavorate l’impasto fino a ottenere una consistenza densa ma omogenea. Deve rimanere morbido, quasi cremoso.
  • Imburrate una teglia rettangolare o rotonda e versatevi il composto, livellandolo con un cucchiaio. Lo spessore ideale è di 4-5 cm.
  • Cuocete in forno statico a 170 °C per circa 60–70 minuti. La torta deve risultare compatta e leggermente caramellata sui bordi.
  • Lasciatela raffreddare completamente prima di tagliarla a quadrotti. Il giorno dopo è ancora più buona.

Note

La torta monferrina è un dolce di casa, pensato per non sprecare nulla. Ogni famiglia aveva la sua versione, con mele, pere, fichi secchi o nocciole secondo disponibilità. Rimane compatta, umida e profumata di cacao. Non contiene lievito, perché il pane fa da legante naturale. È la torta nera del Monferrato più autentica, quella che racconta la cucina contadina.

Ingredienti Torta Monferrina

  • 300 g di pane raffermo senza glutine
  • 1 litro di latte senza lattosio
  • 3 uova
  • 150 g di zucchero semolato
  • 100 g di cacao amaro
  • 150 g di amaretti secchi senza glutine
  • 2 mele renette
  • 50 g di uvetta
  • 50 g di nocciole o noci tostate
  • 1 bicchierino di liquore (Marsala o rum)
  • scorza grattugiata di un limone
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 pizzico di sale
  • burro chiarificato  q.b. per lo stampo.

Torta monferrina: un dolce di casa

La torta monferrina, conosciuta come torta nera, è un dolce di casa che profuma di stufe accese e merende lente. Nasce povera e furba: pane raffermo, latte, uova, cacao e amaretti. Non c’è farina, non c’è lievito, c’è solo il piacere di recuperare con gusto.

In molte cucine piemontesi ogni famiglia ha la sua dose: chi aggiunge mele o fichi secchi, chi preferisce uvetta e nocciole. La torta monferrina resta compatta e umida, di colore scuro, con quel profumo di cacao che abbraccia. *È il dolce che non butta via nulla e regala ricordi.*

La torta monferrina è chiamata anche torta nera per il suo colore intenso. È un dolce senza lievito e senza farina, nato per non sprecare il pane raffermo e trasformarlo in bontà. Con cacao, amaretti e latte diventa morbida e profumata, perfetta da gustare in famiglia.

Questo impasto non cresce: rimane morbido, quasi budinoso, con amaretti che profumano e pane che diventa crema. La torta nera si taglia a quadretti e si condivide. Il giorno dopo è ancora più buona, come succede alle ricette di una volta.

Servita tiepida con un cucchiaio di panna o gelato, racconta le colline del Monferrato. In tavola porta semplicità e attenzione: si adatta a molte esigenze, con piccole accortezze che vediamo insieme.

Origini e racconto di una torta che non spreca

La torta monferrina è figlia della saggezza contadina. Il pane avanzato diventava base dolce, il latte ammorbidiva, il cacao aggiungeva carattere. Gli amaretti portavano una nota mandorlata inconfondibile. Nelle cascine il forno si accendeva per più preparazioni: pane, arrosti, dolci di recupero. Si ottimizzava calore e tempo, e questa torta ha tenuto quella memoria.

Secondo tradizione, la torta nera veniva arricchita con frutta di stagione o frutta secca disponibile. Qualcuno mescolava pere a pezzetti, altri preferivano mele grattugiate per dare succosità. C’era chi profumava con scorza d’arancia, chi con un goccio di liquore. Ognuno custodiva un equilibrio personale tra dolcezza, cacao e pane.

Il risultato resta unico: fetta umida, compatta ma non pesante, con bordi leggermente caramellati. Una volta sfornata, conviene lasciarla intiepidire. I sapori si rilassano e l’insieme diventa armonioso. A colazione si accompagna al caffè; dopo pranzo ama un bicchiere di moscato; a merenda basta un sorriso.

Piace perché semplice e “vera”. Non cerca effetti speciali: racconta casa. E quando una ricetta parla di casa, torna spesso in tavola. La torta monferrina fa esattamente questo.

torta monferrina

Diete e intolleranze: come adattare la torta monferrina

La ricetta classica usa pane comune, latte vaccino e amaretti. Nulla vieta di pensare a varianti su misura. Per chi evita il glutine, si può utilizzare pane senza glutine o panini del giorno prima, asciugati in forno e poi ammollati. Attenzione agli amaretti: scegliere versioni senza glutine certificate. Il cacao è naturalmente senza glutine.

Per chi limita il lattosio, si può usare latte senza lattosio o bevande vegetali dal gusto rotondo (mandorla o avena). Il burro, se previsto, può essere sostituito con olio di riso o con burro delattosato. La consistenza rimane morbida, basta mantenere il rapporto tra liquidi e pane.

Per chi segue una dieta a basso nichel, serve prudenza. Cacao, cioccolato e frutta secca sono spesso considerati ingredienti da limitare. La versione classica della torta nera contiene cacao e talvolta nocciole: in questi casi valuta una variante “bianca”, senza cacao, profumata con vaniglia e agrumi, e senza frutta secca. Per un quadro pratico sugli alimenti da monitorare, fai riferimento alla guida interna di NonnaPaperina sugli alimenti che contengono nichel.

Chi deve gestire più esigenze insieme può combinare accorgimenti: pane gluten free, latte senza lattosio e impasto “bianco”. Così la torta monferrina resta inclusiva. Ricorda solo di comunicare sempre eventuali allergie: in famiglia e tra amici crea fiducia e serenità.

Quando servirla e come presentarla

La torta monferrina è perfetta per le domeniche tranquille, le cene tra amici, le feste di paese. Si prepara in anticipo, riposa bene e si taglia senza sbriciolare. Piace anche nei buffet: porzionala a quadrotti, spolvera con cacao o zucchero a velo, aggiungi scorza d’arancia grattugiata al momento.

A tavola funziona con abbinamenti semplici. Un cucchiaio di panna “montata” senza lattosio, una crema inglese leggera, oppure un gelato alla crema. Con la torta nera stanno bene vini dolci e gentili: moscato, brachetto, passito. Anche un tè nero agrumato sa valorizzarla, specie nel pomeriggio.

Se la proposta è più rustica, aggiungi frutta fresca di stagione: pere a fettine, chicchi di uva, fichi se disponibili. Il contrasto tra umido e fresco crea equilibrio. Per l’asporto, avvolgi le fette in carta forno e lega con spago: un gesto semplice che racconta cura.

Questa è la forza dei dolci di casa: si adattano ai momenti, senza chiedere troppo. In cambio offrono calore.

Varianti: “bianca” senza cacao, con gocce di vaniglia e solo frutta; con nocciole tostate sbriciolate; con fichi secchi al posto dell’uvetta. Per la versione gluten free usa pane e amaretti certificati; per la versione senza lattosio scegli latte delattosato e grassi idonei.

torta monferrina ingredienti

Consigli pratici per una resa perfetta

Il pane è l’ingrediente chiave. Più è asciutto, meglio assorbe. Se è ancora morbido, asciugalo qualche minuto in forno basso. Il rapporto liquidi/pane guida la consistenza finale: punta a un impasto morbido, non liquido. Lo zucchero si può modulare: con amaretti dolci puoi scendere a 100 g.

Il cacao regala colore e profumo: scegline uno di buona qualità. Gli amaretti vanno sbriciolati a mano, così in cottura si sentono piccoli contrasti. La frutta fresca aggiunge succo: in questo caso prolungare di pochi minuti la cottura può aiutare. Per un bordo più goloso, spennella la carta forno con poco burro o olio prima di versare l’impasto.

La prova cottura qui è particolare: lo stecchino non uscirà mai completamente asciutto. Cerca un “umido cotto”, non crudo. Se la superficie colora troppo, copri con carta alluminio negli ultimi minuti. Fai raffreddare in teglia, poi trasferisci su gratella.

Conservazione: in frigorifero, ben coperta, dura 3–4 giorni. Si può congelare a fette. Per servire, porta a temperatura ambiente o scalda pochi secondi. La torta monferrina torna subito accogliente.

Tra Monferrato e memoria: piccole differenze di famiglia

Nel Monferrato ogni famiglia difende la sua torta. C’è chi la vuole più scura e intensa, chi alleggerisce con latte abbondante, chi preferisce solo frutta secca. In alcune case entra la scorza di limone, in altre la cannella. Le nonne regolavano “a occhio”: un cucchiaio in più o in meno faceva la differenza.

Questa varietà è un patrimonio. Quando prepari la torta nera, lascia spazio al gusto personale. Se ami il cacao, non temere i 70 g mentre se preferisci dolcezza tenue, riduci zucchero e usa più frutta. Se ti piacciono i profumi, prova con rum o marsala, dosando con misura.

Rimane un punto fermo: niente lievito e niente farina. È l’anima della ricetta. Il pane assorbe, lega, diventa crema. Il forno completa il lavoro con pazienza. E in casa arriva quel profumo di buono che invita a tagliare la prima fetta ancora tiepida.

*Sono le torte così* che restano nel quaderno di cucina. Poche righe, ingredienti veri, gesti ripetuti. E ogni volta la tavola si fa un po’ più vicina.

Torta Monferrina: tra tradizione contadina e versione moderna

La torta monferrina, conosciuta anche come torta nera del Monferrato, ha due anime. La prima è quella più antica, legata alla saggezza contadina. Nelle cascine piemontesi il pane raffermo non si buttava mai: veniva ammorbidito nel latte e trasformato nella base del dolce, insieme a cacao, amaretti e frutta di stagione. Era un vero esempio di cucina del recupero, nato per dare nuova vita agli avanzi.

Col tempo, la ricetta è cambiata. Oggi la versione più diffusa e “codificata” della torta nera prevede mele, cacao e amaretti, senza pane raffermo. Questo adattamento ha reso il dolce più vicino ai canoni moderni, mantenendo però intatto il suo carattere rustico e compatto. La consistenza resta umida e profumata, con quel colore scuro che dà il nome alla torta.

In realtà, non esiste una ricetta unica e definitiva. Ogni famiglia custodisce la sua variante: c’è chi aggiunge pere o fichi secchi, chi preferisce nocciole o uvetta, chi profuma con liquore o scorza di agrumi. Proprio questa varietà è il cuore della tradizione. Possiamo dire che la torta monferrina è la somma di tante memorie domestiche, un dolce che unisce generazioni e racconta la capacità di trasformare ingredienti semplici in bontà.

Le varianti della torta monferrina

La torta monferrina non è mai stata una ricetta rigida. Ogni casa del Monferrato aveva il proprio modo di prepararla, con quello che c’era a disposizione. Per questo nel tempo sono nate varianti che ancora oggi raccontano la ricchezza della tradizione.

Una delle versioni più antiche è quella con la zucca. Si trattava di un’aggiunta economica e facilmente reperibile, capace di dare dolcezza naturale e morbidezza all’impasto. La zucca, unita al cacao e agli amaretti, regala un contrasto unico e sorprendente.

Un’altra variante diffusa è quella con le mele. Grattugiate o tagliate a dadini, le mele donano succosità e profumo, rendendo la torta nera del Monferrato ancora più umida e compatta. In alcune famiglie venivano usate anche pere o fichi secchi, a seconda della stagione e delle disponibilità.

Ci sono poi versioni che includono nocciole o uvetta, oppure profumate con scorza d’arancia o un bicchierino di liquore dolce. La verità è che non esiste una torta monferrina uguale all’altra: ogni fetta racconta una storia diversa, legata alla famiglia che l’ha preparata.

Faq su torta monferrina (torta nera) senza lievito e farina

La torta monferrina contiene glutine?

La versione tradizionale sì, perché usa pane. Puoi farla con pane e amaretti certificati senza glutine per una variante adatta.

Posso farla senza lattosio?

Sì. Usa latte senza lattosio o bevanda vegetale e sostituisci il burro con olio di riso o burro delattosato.

È adatta a dieta a basso nichel?

La versione classica prevede cacao e talvolta frutta secca, spesso da limitare. Valuta una variante “bianca” senza cacao e senza frutta secca.

Si può preparare il giorno prima?

Sì, anzi migliora. Riposa in frigorifero coperta e servila a temperatura ambiente o leggermente tiepida.

Perché non si usa il lievito?

Perché l’impasto è umido e compatto: deve rimanere cremoso. Il pane fa da legante, non serve crescita.

Ricette dolci ne abbiamo? Certo che si!

4/5 (3 Recensioni)
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