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Glutine è amico o nemico? Risponde il Dr. Di Stefano

Glutine: amico o nemico?

Glutine è amico o nemico? Risponde il Dr. Di Stefano. Celiachia e sensibilità al glutine sono due fenomeni in costante aumento, sia nel nostro Paese che nel mondo.

Anche se molti sono ancora scettici sulle intolleranze, diversi studi scientifici dimostrano come il glutine, in alcuni casi, possa causare delle ipersensibilità, al seguito delle quali posso scatenarsi i sintomi fastidiosi e dolorosi.

Per fare definitivamente chiarezza sul tema, abbiamo incontrato il professore Michele Di Stefano dell’Università di Pavia, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva.

Glutine: amico o nemico?

In un’intervista di 5 domande, il professore chiarisce definitivamente cos’è l’intolleranza al glutine e in che cosa differisce dalla celiachia.

Celiachia e ipersensibiltà: quali sono le differenze?

Gli effetti negativi dell’assunzione del glutine, nell’alimentazione umana, sono stati per anni associati solamente alla malattia celiaca.

La sintomatologia causata da tale malattia coinvolge sia l’intestino, sia altri organi, ma l’eliminazione del glutine dalla dieta ne determina generalmente una rapida regressione.

Pertanto, fino a poco tempo fa, l’eliminazione del glutine dalla dieta era una misura terapeutica riservata solo al paziente celiaco.

Recentemente, invece, è stata dimostrato come si verifichi l’esistenza di il glutine possa esercitare degli effetti tossici, configurando, quindi, l’esistenza di una nuova condizione, una vera e propria intolleranza al glutine, diversa dalla malattia celiaca e definita “ipersensibilità al glutine” o “Gluten Sensitivity”, come nominata dagli anglosassoni

Le differenze tra le due condizioni sono sostanziali in quanto, se la malattia celiaca è caratterizzata dalla presenza di chiare lesioni dell’intestino, rappresentate dall’appiattimento dei villi intestinali, dall’aumento della profondità delle cripte intestinali e dalla presenza di un numero maggiore di cellule immunitarie nello strato più superficiale della parete intestinale, nell’ipersensibilità al glutine non è evidente alcuna lesione.

Talora è stata descritta la presenza di un lieve aumento di cellule del sistema immunitario nella mucosa intestinale, ma sempre in assenza sia di alterazioni dell’attività del sistema immunitario, sia di alterazioni dei villi e delle cripte. Pertanto, a differenza della malattia celiaca, per la quale è sempre richiesta, per stabilire con accuratezza la presenza di una ipersensibilità al glutine, non è necessaria l’esecuzione di una biopsia intestinale.

mal di pancia

Da dove nasce l’ipersensibilità al glutine?

E’ un dato ormai noto da diverso tempo che la gliadina contiene una porzione potenzialmente tossica nella sua molecola.

Tuttavia, la maggior parte delle persone tollera tale proteina, attraverso un meccanismo protettivo in grado di prevenire l’attivazione del sistema immunitario: in tal modo, l’organismo riesce a mettere al riparo le cellule intestinali e quindi a prevenire quelle alterazioni strutturali della superficie intestinale che causano la comparsa di un difettoso assorbimento dei nutrienti ingeriti, tipico invece della malattia celiaca.

Nei pazienti con ipersensibilità al glutine i fini meccanismi responsabili della comparsa dei sintomi non sono stati ancora del tutto chiariti. E’ possibile, che un aumento della permeabilità della parete intestinale possa contribuire allo sviluppo di tale malattia.

Inoltre, la frequente somiglianza della sintomatologia a quella della sindrome dell’intestino irritabile potrebbe suggerire la compartecipazione di alterazioni a carico della sensibilità viscerale e della attività contrattile dell’intestino.

Quali sono i sintomi dell’ipersensibilità al glutine?

Il quadro clinico di questa condizione è estremamente proteiforme: sintomi addominali, quali il meteorismo con una distensione addominale, le alterazioni dell’alvo, ad esempio la diarrea, un calo di peso, i dolori addominali sia di tipo crampiforme che di tipo trafittivo, possono associarsi a sintomi extraintestinali, quali la cefalea, una difficoltà alla concentrazione, la stanchezza, l’irritabilità.

Il quadro clinico è sempre molto variabile da paziente a paziente, rendendo difficoltoso sospettare la presenza di tale condizione anche perché, come è evidente, si tratta di sintomi molto comuni nella popolazione generale che possono essere presenti in tante altre malattie: ciò comporta che il medico debba prestare molta attenzione ad effettuare un giusto inquadramento del paziente per evitare di incorrere in errori diagnostici.

A tal proposito, è necessario che il paziente sia il più obiettivo possibile nel riferire i propri sintomi e nel descriverne la frequenza ed il rapporto con i pasti, con i diversi cibi, ma anche con l’assunzione di farmaci.

Come si diagnostica la malattia?

In soggetti con ipersensibilità al glutine possono risultare positivi gli anticorpi anti-gliadina di classe IgG.

Tuttavia, tali anticorpi sono frequentemente presenti anche in una considerevole porzione della popolazione generale asintomatica, rendendo poco accurato tale marker di malattia.

Al contrario, risultano sempre negativi gli altri esami che indicano la presenza di una malattia celiaca, quali gli anticorpi anti-transglutaminasi e gli anticorpi anti-endomisio.

Molto spesso, è difficile riuscire a definire il rapporto tra sintomi e assunzione di glutine sulla base della sola visita medica del paziente, in quanto la consapevolezza del contenuto in glutine di un cibo potrebbe fuorviare il suo giudizio.

Per rendere maggiormente accurata la valutazione, è opportuno, quindi, ricorrere ad un test basato sulla valutazione della comparsa di sintomi dopo la somministrazione di glutine o placebo, in capsule non riconoscibili: ciò esclude la possibilità che il giudizio sulla severità della sintomatologia eventualmente scatenata dall’assunzione delle capsule possa essere inconsapevolmente modificato dal paziente.

Ovviamente, deve essere prima esclusa con decisione la presenza di una malattia celiaca.

Come si cura l’ipersensibilità al glutine?

Il rimedio principale per curare tale condizione è l’esclusione del glutine dalla dieta. Spesso, tuttavia, non è necessaria una strettissima dieta priva di glutine, ma può essere sufficiente anche una riduzione.

Nella scelta dei cibi alternativi, largo spazio deve essere dato ai prodotti naturalmente privi di glutine, integrando eventualmente con i prodotti resi aglutinati con metodiche di tipo industriale quando non disponibile una alternativa naturale.

Non esistono ancora indicazioni sulla durata del trattamento, ma ciò è la conseguenza della assenza di informazioni circa la durata della malattia stessa.

In altre parole, l’ipersensibilità al glutine è una condizione cronica, che accompagnerà il paziente per sempre nella sua vita o è una condizione destinata a modificarsi nella severità dei sintomi o addirittura a regredire spontaneamente o dopo opportuna terapia?

In attesa di ulteriori indicazioni, è razionale prevedere una possibile sospensione di rigidi regimi dietetici aglutinati e verificare periodicamente il ripristino di una tolleranza nei confronti del glutine.

intolleranza al glutine

Vuoi sapere di più su ipersensibilità e intolleranza al glutine? Leggi il nostro approfondimento su sintomi, alimentazione gluten-free e test diagnostici a disposizione.

Cucinare senza glutine e con gusto è possibile a partire dalle basi

Cucinare con gusto senza dimenticare le esigenze di chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine è possibile? Dare una risposta a questa domanda oggi non è sempre facile. Presi come siamo dalla routine, tendiamo infatti a standardizzare quello che proponiamo quando cuciniamo. Questo, a lungo andare, può essere negativo. Se manca la creatività in cucina, infatti, si perde tantissimo.

Per fortuna che sono numerosi oggi i brand di food che permettono di conciliare questo aspetto con l’alta qualità delle materie prime e con l’attenzione alle esigenze di chi è celiaco, intollerante al glutine o semplicemente sceglie di seguire un regime alimentare in cui il glutine non è presente.

Una della maggiori preoccupazioni di chi riceve una diagnosi di celiachia riguarda il fatto di non poter più mangiare con gusto

Ricetta Quiche alla ricotta e uovo di quaglia

Ingredienti per 4 persone

  • 200 gr Pasta Sfoglia consentita
  • 120 gr ricotta consentita
  • 60 gr agretti
  • 20 gr parmigiano reggiano 36 mesi grattugiato
  • 4 uova d quaglia
  • q.b. sale

Preparazione

Pulite accuratamente gli agretti tagliando le radici e sciacquandoli 3/4 volte sotto l’acqua.

Dovete sbollentarli per almeno 5/7 minuti, scolate e raffreddate velocemente in acqua ghiacciata per mantenere il loro colore brillante. Una volta fredda tagliuzzateli finemente a coltello.

In una terrina amalgamate la ricotta, il parmigiano reggiano, un pizzico di sale e gli agretti.

Stendete la pasta sfoglia e con un coppapasta tondo preparate 4 dischetti. Foderate con i dischetti 4 stampini monodose e farcite con il composto. Disponete al centro di ogni stampino 1 uovo di quaglia crudo.

Cuocete in forno a 170° C per circa 25 minuti. Sfornate e servite con pesto di rucola e crema di peperoni rossi.

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