
Risotto con fiori di tarassaco, una preparazione genuina

Risotto con fiori di tarassaco, eleganza spontanea nel piatto
Il risotto con fiori di tarassaco è un piatto che sorprende per delicatezza e carattere. La base è semplice: un buon riso, un brodo leggero, pochi aromi. Ma sono i fiori a fare la differenza. Il loro profumo ricorda il miele, il campo, la natura che si risveglia. Raccolti al mattino, ancora chiusi, danno il meglio di sé durante la mantecatura finale.
Cucinare questo piatto significa portare in tavola la primavera. I fiori di tarassaco vanno puliti con cura, senza lavarli, solo scrollati per mantenerne il profumo. Alcuni si aggiungono in cottura, altri si usano a crudo, per guarnire. Il risultato è un risotto cremoso, dorato, con un gusto che oscilla tra dolcezza e amarezza. Un equilibrio naturale che incanta, senza bisogno di eccessi.
Il risotto con fiori di tarassaco è perfetto per chi ama sperimentare con ingredienti semplici e locali. È un piatto che parla di raccolta, attenzione, rispetto per le stagioni. Fa scena, ma resta umile. Sta bene su una tavola elegante come su una tovaglia a quadri. E soprattutto, è un modo bellissimo per dare valore a un fiore che molti calpestano senza nemmeno guardare.
Ricetta risotto con fiori di tarassaco
Preparazione risotto con fiori di tarassaco
Per la preparazione del risotto con tarassaco iniziate pulendo il tarassaco e tagliandolo in modo grossolano. Ora prendete una padella antiaderente, riscaldate un po’ di olio extravergine d’oliva, poi versate il tarassaco e lo scalogno ben tritato, rosolate bene e infine versate anche il riso in modo che si tosti.
A questo punto aggiungete il brodo un po’ alla volta e continuate a cuocere fino a quando il riso non sarà pronto. Qualche minuto prima della fine della cottura, friggete in poco olio i fiori di tarassaco, a cui avrete tolto il picciolo. Impiattate e guarnite con i fiori di tarassaco fritti. Concludete con una bella sventagliata di parmigiano e buon appetito!
Ingredienti risotto con fiori di tarassaco
- 320 gr. di riso Carnaroli
- 400 gr. di tarassaco
- 10/15 fiori di tarassaco
- 1 scalogno
- 1 lt e mezzo di brodo vegetale
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 50 gr. di parmigiano reggiano stagionato 36 mesi
- un pizzico di sale e pepe.
Le peculiarità del risotto con fiori di tarassaco
Il risotto con fiori di tarassaco, non è un risotto classico. Anche perché il tarassaco non figura tra gli ingredienti più utilizzati quando si prepara un risotto. Eppure questa pianta può offrire molto, e da tanti punti di vista: gusto, impatto visivo (con il verde del gambo e il fiore giallo splendente) e valori nutrizionali.
Il risotto con fiori di tarassaco è anche molto semplice da preparare, dal momento che non si discosta più di tanto dai classici risotti. Certo, si segnalano alcune differenze, ma di queste parlerò abbondantemente nel prossimo paragrafo. In questo vorrei soffermarmi sul tarassaco, che merita una trattazione ampia. Il tarassaco è il nome ufficiale, ma la pianta è nota con il nome di dente di leone, soffione, piscialetto e altri termini di natura regionale. Per ciò che concerne il sapore, ricorda un po’ la cicoria, anche se rispetto a quest’ultima ha un gusto più delicato ma allo stesso tempo carico di personalità.
Il tarassaco ha un sapore particolare, e per questo motivo ad alcuni potrebbe non piacere. Di certo garantisce una spiccata personalità ai piatti. Del tarassaco si utilizzano sia il gambo che i fuori, almeno a livello gastronomico, e lo stesso accade in questa ricetta. Le sue proprietà nutrizionali sono così importanti da sfociare nel terapeutico. Il riferimento è ai benefici che reca all’apparato digerente e alle sue proprietà depurative (in particolare agevola l’attività del fegato). Inoltre, della sua composizione nutrizionale, si apprezzano le elevate concentrazioni di potassio. Per quanto concerne il riso, invece, come per quasi tutti i risotti all’italiana, la varietà più idonea è il Carnaroli. Infatti, oltre ad essere buono, resiste alle cotture prolungate e non scuoce.
Una ricetta semplice ed alla portata di tutti
La ricetta del risotto con fiori di tarassaco è tutto sommato un primo piatto semplice e alla portata di tutti. O meglio, non è molto diversa da quella degli altri risotti. Tuttavia si segnalano alcune differenze, in primo luogo, l’assenza di una vera e propria mantecatura. Se in quasi tutti i risotti a fine cottura vengono integrati formaggi e latticini vari (più spesso il burro e il parmigiano), in questo il formaggio viene inserito quasi prima di servire, e solo a mo’ di guarnizione. Il motivo va ricercato nelle peculiarità gustative del tarassaco, che propone un sapore molto delicato. Una qualsiasi mantecatura, infatti, causerebbe una compromissione del sapore, rendendo vana la cottura del tarassaco.
La seconda differenza consiste nella decorazione finale, che oltre al parmigiano vede come protagonisti i fiori di tarassaco. Esatto, se per il condimento si usa il gambo, per la decorazione – giustamente – si opta per i fiori. Questi in particolare vanno fritti, in modo da risultare commestibili. Ricordatevi comunque di eliminare il picciolo prima di immergerli nell’olio bollente, in quanto quella parte non può essere consumata né cruda né cotta. Per il resto, niente di diverso dai classici risotti: il riso va tostato sul fondo cottura e il brodo vegetale va inserito gradualmente fino a cottura terminata.
Il parmigiano ideale per il nostro risotto con fiori di tarassaco
Si fa presto a dire parmigiano, in realtà ne esistono di molti tipi. Non mi sto riferendo alle altre “marche” (spesso illecite imitazioni), bensì alla stagionatura. Tra un tipo di stagionatura e l’altro, infatti, si segnalano differenze importanti in quanto a consistenza, valori nutrizionali e persino gusto. Il segreto è individuare la corretta stagionatura per ciascun uso, ad esempio per il nostro risotto con tarassaco. Ebbene, in questo caso, poiché il formaggio viene impiegato solo per una sorta di guarnizione finale, è bene optare per il parmigiano a lunga stagionatura. Come minimo, si grattugia più facilmente, in quanto meno morbido e oleoso. Potrebbe andare bene un parmigiano stagionato 24 mesi, ma sono indicate anche stagionature più lunghe.
A prescindere dalla stagionatura, il parmigiano si caratterizza per un apporto nutrizionale straordinario. L’apporto calorico, va detto, è significativo, soprattutto per le varianti lungamente stagionate, ma il gioco vale la candela (basta non abusarne). E’ soprattutto ricco di proteine, più di quanto non lo siano carni fresche e salumi: si superano i 30 grammi di proteine ogni 100 grammi di prodotto. Inoltre, il parmigiano – qualsiasi parmigiano – è straricco di calcio (dunque è indicato anche per bambini e anziani).
Ricette con tarassaco ne abbiamo? Certo che si!
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